2008年11月18日 星期二

Facebook的俘虜(Prigionieri di Facebook)

Facebook是繼msn、skype後崛起的新網路工具,

使用者表示它勝出的最大原因是:方便、即時、個人化

然而還是有可能遇到一些假造資料的人

尤其是對方可能是你的敵人或者老闆!就很容易被抓包喔!


當然facebook的影響力無遠弗屆,新上任的美國總統利用它而拿到進入白宮的門票,

就連天主教都用來宣傳福音~


19/11/2008 - VITA DIGITALE. IL BOOM E I RISCHI

Prigionieri di Facebook


Parte l'era del riflusso(退潮、衰退): troppi contatti inutili "Impossibile liberarsene, nessuno sa come si fa"

ANNA MASERA


Prima erano le email. Poi le chat e la messaggeria istantanea(即時). Adesso i social network. Facebook primo fra tutti, visto che è il numero uno al mondo per contatti. Più si diffondono questi sistemi digitali che permettono di comunicare sempre, con chi si vuole e in qualsiasi momento, più aumentano i casi di persone che ne rimangono intrappolati(陷阱): si passa troppo tempo a controllare se sono arrivati messaggi o a scriverne, il multi-tasking ci sfinisce(使精疲力盡) e ci distrae(使分心); per non parlare della perdita della propria intimità. E se molti non riescono più a lavorare o cercano una via d’uscita per tornare alla loro vita «normale», sempre più aziende, oltre alle amministrazioni pubbliche, valutano di oscurarne l’accesso.

Già: ma nell’era di Facebook, la vita normale non c’è più. Secondo lo scrittore Andrea Bajani, che confessa di esserne stato «irretito»(絆住、陷入), aderire al social network più «in» del momento può rivelarsi un errore difficilmente rimediabile: «Dopo due mesi ho chiesto ai miei amici di uscirne. E loro disperati mi hanno detto che non sanno come fare, che ci hanno provato, ma non capiscono come si fa».

Il social network più diffuso al mondo, creato nel 2004 dallo studente di Harvard, Mark Zuckerberg, che ha sorpassato(超過) il suo diretto concorrente MySpace con versioni in più di 20 lingue, 125 milioni di iscritti e un valore pari a 16 miliardi di dollari, in Italia è un fenomeno esploso quest’anno (+961%). Il segreto del suo successo? «Facile, immediato, personalizzabile» dicono gli utenti, tramite il passaparola. Che qui è un meccanismo tanto efficace quanto infernale(令人畏懼的). Per entrare basta compilare un profilo con qualche dato ed eventuale foto: ci si connette con conoscenti, amici o amici degli amici, persone con interessi in comune. Fioccano gli ex compagni di scuola, i commilitoni,(戰友) gli ex fidanzati, i fans, i tifosi(愛好者), le goliardate(同學), ma anche le comunità culturali o con interessi politici. Si chiacchiera, li si mette al corrente di quello che si fa, volendo anche minuto per minuto: ci si può collegare persino col telefonino, per aggiornare il proprio status. In qualsiasi momento si possono aggiungere altri elementi. Dipende dall’obiettivo che si vuole raggiungere.

L’utilità? Prezioso per farsi conoscere e trovare lavoro, assistenza, contatti utili. Non a caso Obama ha puntato anche su questo sistema di relazioni per farsi eleggere alla Casa Bianca. E’ gara(競賽)di adesioni anche tra i politici italiani: Maria Stella Gelmini conta oltre 8 mila sostenitori(支持者), più di Walter Veltroni. Da quando il cardinale(紅衣主教) Crescenzio Sepe, arcivescovo(大主教) di Napoli, per diffondere il Vangelo (福音書)fra nuovi adepti(會員) ha aperto il suo «profilo», ha già 5 mila «amici». Si possono creare applicazioni aggiuntive: Don Paolo Padrini segnala di averne creata una, PrayBook, per diffondere pagine di Vangelo. In tutt’altra direzione l’attore Gianmarco Tognazzi, che su Facebook fa rivivere suo padre Ugo perché «aveva molta paura di essere dimenticato». E abbondano le sfide sui territori. L’ultima? Trento vuol battere il record di New York: mille utenti incontrati nella realtà.

Ma bisogna sapere che si è imboccata una via senza ritorno nel momento in cui si è inserito il proprio indirizzo e-mail, obbligatorio. Meglio darne uno di seconda scelta, assolutamente non raccomandabile l’account aziendale. Perchè è lì che si viene tempestati(毀壞) di inviti di presunti(假設的) «amici» (ma lo sono davvero?) a rispondere ai messaggi e partecipare agli «incontri». Ed è lì che incomincia l’inferno per chi vuole stare tranquillo: se si tiene aperto l’account di posta, è un continuo ricever messaggi, che distraggono dalle proprie attività e invadono la propria intimità nei momenti più inopportuni. «Certo, a reclamare intimità ci vuole coraggio, visto che ci si è sottoposti a tutto questo volontariamente» commenta Giulia Stasi, 26 anni, italo-americana newyorkese che vive tra Italia e Usa sempre collegata a Facebook per tenersi in contatto con gli amici. Giulia ammette che «il vero rischio è la compulsività che genera». Eppure, come gran parte della sua generazione digitale, lei è convinta di saper staccare la spina quando serve. E offre consigli per non restare prigionieri di Facebook.

«Per salvarsi, non bisogna raccontare cosa fai a tutti. Meglio ancora, non bisogna farsi tutti amici». Perché è facile che ci siano - per esempio - i tuoi capi, che scoprono che non stai lavorando. Soprattutto, bisogna stare attenti a non raccontare bugie: è facile che ti scoprano le persone sbagliate («Eri al lavoro? Ma se su Facebook hai detto a tutti che eri a fare shopping!»).

C’è poi l’incubo degli inviti: «E’ meglio non accettare un invito da qualcuno che non conosci bene, piuttosto che cambiare idea dopo e fartelo nemico», spiegano i facebooker. Già: perché si può cambiare la lista degli amici, disattivandoli dal proprio profilo, ma loro se ne accorgono e ci rimangono male. Come i bambini di una volta che dicevano: «Non ti faccio più mio amico». Da adulti, è imperdonabile. Guai a non conoscere queste regole. E’ possibile ottenere l’espulsione di elementi indesiderati additandoli(指出)alla comunità. A dirla tutta, è possibile anche auto-espellersi(排除) basta aprire il proprio profilo e selezionare l’opzione «Non voglio più esserci». Già: il problema è che quando si è dentro, non si riesce a concepire di uscirne.


Supplenmenti:

1. Andrea Bajani

http://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Bajani

2. Mark Zuckerberg

http://en.wikipedia.org/wiki/Mark_Zuckerberg

3. Mariastella Gelmini

http://it.wikipedia.org/wiki/Mariastella_Gelmini

4. Walter Veltroni

http://en.wikipedia.org/wiki/Walter_Veltroni

5. Crescenzio Sepe

http://it.wikipedia.org/wiki/Crescenzio_Sepe

6. Gianmarco Tognazzi

http://it.wikipedia.org/wiki/Gianmarco_Tognazzi

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